Le cefalee, termine medico che comprende tutti i tipi di mal di testa, sono tra le patologie più frequenti e comuni nella popolazione. Si distinguono genericamente in forme primarie senza un’apparente causa scatenante e forme secondarie ad una condizione ben definita, ad esempio un’infezione o un’infiammazione. Tra le cefalee primarie troviamo l’emicrania; malattia neurologica considerata la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante del genere umano secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Interessa il 12%-17% della popolazione, con una netta prevalenza per il sesso femminile (il rapporto donna/uomo è di circa 3 a 1).
L’emicrania è una malattia caratterizzata da attacchi episodici di cefalea di varia intensità, con dolore pulsante generalmente unilaterale (in un solo lato della testa). Gli attacchi possono durare da poche ore fino a tre giorni e sono accompagnati da fenomeni di nausea, vomito, fotofobia o ipersensibilità ai rumori. Molteplici possono essere le cause dell’emicrania, tra cui anche mutazioni genetiche.
Un meccanismo ben conosciuto riguarda un’insufficiente produzione dell’enzima Diaminossidasi (DAO), con la conseguente incapacità, da parte dell’organismo, di neutralizzare l’eccesso di istamina presente nel corpo, che resta dunque attiva. L’attivazione dell’istamina causa una serie di fenomeni vascolari, che possono sfociare in un attacco di emicrania. L’istamina è una sostanza che viene regolarmente prodotta dal nostro organismo all’interno di cellule che appartengono al sistema immunitario. E’ un mediatore chimico che all’interno del nostro corpo svolge due importanti funzioni: mediatore delle reazioni infiammatorie e allergiche e neurotrasmettitore.
Oggi è possibile valutare con un test di laboratorio effettuato su un semplice campione di sangue, l’attività dell’enzima diaminossidasi (DAO) responsabile del metabolismo dell’istamina e, quindi, la capacità del nostro organismo di degradare tale sostanza.
L’intolleranza all’istamina è proprio quella condizione che si verifica quando vi è un disequilibrio tra accumulo e degradazione di istamina nel nostro organismo.
Il DAO test è consigliato a tutte quelle persone che presentano più sintomi riconducibili all’intolleranza all’istamina , persone che soffrono di:
- Frequenti mal di testa e/o emicranie;
- Respiro rumoroso;
- Edemi;
- Occhi gonfi;
- Sfoghi cutanei;
- Disordini gastrointestinali;
Oltre ad essere prodotta dal nostro organismo, l’istamina, viene assunta anche attraverso l’alimentazione, infatti, è contenuta in diversi cibi quali: pomodori, crauti, spinaci, frutta (banana matura, kiwi, fragola, agrumi), pesce in scatola e affumicato, ketchup e salsa di soia, crostacei e frutti di mare, insaccati, formaggi a lunga stagionatura come il parmigiano, emmental, formaggio di montagna, bevande alcoliche , cioccolato e cacao.
Le persone con intolleranza all’istamina dovrebbero quindi evitare gli alimenti che contengono grandi quantità della sostanza.
L’emicrania esercita un impatto molto severo sulle attività quotidiane domestiche, scolastiche, lavorative e di svago pertanto l’eventuale identificazione di una riduzione dell’enzima DAO come fattore scatenante dell’emicrania permette un efficace trattamento preventivo della malattia, con un conseguente miglioramento della qualità di vita del paziente.
Un aiuto efficace può essere rappresentato dall’assunzione di enzima DAO esogeno sotto forma di integratore alimentare sempre sotto indicazione del medico curante.
Per poter effettuare il test è necessario sospendere temporaneamente la somministrazione di farmaci che possano inibire l’enzima DAO (tra cui gli antiinfiammatori, antidepressivi, diuretici, antibiotici, procinetici, mucolitici, neurolettici e altri);
Inoltre la sintesi placentaria dell’enzima DAO è la causa per cui gli attacchi di emicrania diminuiscono durante la gravidanza, per cui è sconsigliata l’esecuzione di tale esame in gravidanza.
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L’osteoporosi è una condizione caratterizzata da un’elevata fragilità delle ossa che compongono lo scheletro, in cui l’architettura del tessuto osseo risulta alterata ed indebolita e pertanto aumenta il rischio di incorrere in fratture.
Si stima che in Italia ne siano colpiti quasi 5 milioni di persone, in gran parte donne e anziani e con l’aumento dell’aspettativa di vita anche gli uomini ne sono colpiti.
Spesso, tuttavia, non viene diagnosticata né trattata in quanto non presenta alcun sintomo, a differenza di quello che comunemente si crede, infatti, è una condizione che non provoca dolore finché non si complica con una frattura.
L’osteoporosi può dipendere da molti fattori :età avanzata, menopausa, inattività fisica, carenza di vitamina D ecc.
Ricordiamo che l’osso è un tessuto vivo e complesso che si modifica continuamente e continuamente si ripara. Questa continua attività di trasformazione e rimodellamento ha lo scopo di rendere le ossa più idonee alle esigenze funzionali delle varie età.
Il calcio è il micronutriente più importante che interviene insieme al fosforo in questo rimodellamento continuo pertanto ha un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel trattamento dell’osteoporosi.
Oltre al calcio altri due alleati preziosi sono il sole e la vitamina D. La vitamina D aiuta il corpo ad assorbire il calcio proveniente dai cibi ingeriti ed agisce nei processi di rimodellamento osseo. Per soddisfare il nostro fabbisogno di vitamina D è fondamentale l’esposizione alla luce solare, perché è grazie al sole che il nostro corpo è in grado di produrla.
Risulta quindi fondamentale sottoporre a esami di screening tutta la popolazione a rischio, così da individuare precocemente l’osteoporosi e iniziare il trattamento prima che insorgano complicanze e fratture.
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La determinazione quantitativa della Calprotectina fecale è un metodo semplice ed accurato per la diagnosi di laboratorio delle malattie infiammatorie croniche intestinali.
La Calprotectina è una proteina che si trova in quantità rilevante all’interno dei granuli citoplasmatici dei leucociti neutrofili con attività batteriostatica e micostatica che suggeriscono un ruolo rilevante della stessa nelle funzioni difensive dell’organismo.
Dal momento che i processi infiammatori dell’organismo si accompagnano, generalmente, ad un accumulo soprattutto di leucociti neutrofili nei tessuti infiammati, questa proteina viene utilizzata come un marcatore indiretto di infiammazione. I livelli di Calprotectina riflettono lo stato infiammatorio del distretto specifico in cui la si va a misurare; in particolare il dosaggio della Calprotectina fecale rappresenta un parametro per valutare la presenza di un processo infiammatorio a carico della mucosa intestinale.
Studi recenti hanno confermato che la ricerca della Calprotectina fecale in pazienti con sintomi quali diarrea, dolori addominali, meteorismo, alternanza dell’alvo (diarrea/stipsi) rappresenta un valido supporto per la diagnosi differenziale tra la sindrome dell’intestino irritabile (valori di Calprotectina fecale nella norma) e quelle patologie con processo infiammatorio a carico dell’ intestino quali malattie infiammatorie croniche intestinali: rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn, condizioni nelle quali i valori di calprotectina fecale si innalzano molto significativamente. La determinazione della calprotectina fecale, inoltre, viene utilizzata anche per il monitoraggio dell’evoluzione della patologia già diagnosticata.
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Dall’inizio della pandemia ad oggi, la ricerca di anticorpi anti SARS-CoV-2 ha assunto significati sempre diversi.
Inizialmente i test sierologici, con dosaggio degli anticorpi sia IgG che IgM, venivano richiesti per verificare un’eventuale infezione in corso o dopo il superamento della malattia per verificare l’eventuale copertura anticorpale.
Con l’avvio della campagna vaccinale le metodiche per la rilevazione delle IgG si sono cosi affinate che , dopo 15-20 giorni dalla somministrazione del vaccino è possibile ricercare ed evidenziare la presenza di anticorpi specifici prodotti dal sistema immunitario.
Il virus SARS-CoV-2 ha diversi siti in grado di provocare una risposta anticorpale: le glicoproteine S (Proteina Spike), proteine di membrana M, proteine di nucleocapside N. La maggior parte dei soggetti infettati dal virus responsabile del COVID-19 sviluppa anticorpi specifici contro queste proteine virali e da un punto di vista diagnostico particolarmente rilevanti sono quelli diretti contro la proteina Spike e la proteina N.
La proteina Spike rappresenta la “chiave” che permette l’accesso del virus alle cellule dell’organismo causando infezione.il sistema immunitario con l’attivazione dei linfociti B risponde all’infezione con la produzione di anticorpi NEUTRALIZZANTI (risposta immunitaria umorale) in grado di legarsi in modo specifico alla proteina spike e contrastando il virus neutralizzandone la capacità infettiva.
La somministrazione del vaccino determina la produzione dei SOLI anticorpi anti proteina Spike pertanto il dosaggio degli anticorpi IgG anti spike è indicato soprattutto per la verifica ed il monitoraggio dell’efficacia vaccinale.
Tale test diagnostico può dare esito POSITIVO (con dosaggio IgG superiore al valore di riferimento) indicando una protezione da un punto di vista immunitario del soggetto avuta grazie alla somministrazione vaccinale o in seguito ad una reale infezione passata e quindi contatto con il virus.
Contrariamente un esito NEGATIVO indica che il soggetto non è mai venuto a contatto con il virus né è stato mai vaccinato, oppure come avviene in alcuni casi non sviluppa immunità.
Poiché i vaccini attualmente in uso in Italia inducono la produzione di soli anticorpi anti spike, il test non è utile per valutare se un soggetto vaccinato è venuto in contatto con il virus.
A tale scopo assume particolare importanza il dosaggio degli anticorpi anti proteina N. Questi anticorpi sono in grado di riconoscere il nucleocapside N, vengono infatti prodotti solo in seguito all’infezione naturale. I vaccini non espongono al sistema immunitario altre strutture proteiche del virus come, appunto, il nucleocapside oltre alla proteina spike.
Pertanto il dosaggio anticorpi anti N con esito positivo conferma una precedente infezione naturale, a differenza di un esito negativo che va ad escludere un qualsiasi contatto con il virus.
Il tema della durata dell’immunità data dagli anticorpi resta tuttora uno dei più discussi a livelli scientifico ma ad oggi non vi è ancora alcuna risposta definitiva. Tuttavia alcuni recenti studi hanno dimostrato che, sebbene la persistenza degli anticorpi diminuisca nel corso dei mesi, la memoria immunologica da parte dei linfociti B e T sembri perdurare più a lungo nel tempo, probabilmente fino ad alcuni mesi dopo l’infezione.
Nella tabella sono riportate in modo sintetico le diverse chiavi di lettura dei test:
È importante tener presente che risultati ottenuti con test che utilizzano metodologie diverse potrebbero non essere confrontabile come valori numerici.
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Dal 07 febbraio 2022 sono cambiati gli orari di esecuzione dei tamponi molecolari e rapidi nelle sedi di Padula e Atena Lucana.
Tampone molecolare
PADULA
lun – ven 7:00-11:30 / 16:00-17:30
sab 7:00-10:30
ATENA LUCANA
lun – ven 7:00-10:30
sab 7:00-10:00
Tampone rapido – antigenico
PADULA
lun – ven 7:00-12:00 / 16:00-17:30
sab 7:00-12:00
ATENA LUCANA
lun – sab 7:00-12:00
Per info 0975 74208 – 373 7832999
In prossimità delle festività natalizie e soprattutto dopo un lungo periodo vissuto nell’incertezza, nella paura e costretti a mantenere le distanze dagli altri a causa della pandemia da Covid-19, il nostro Centro Analisi Biochimica, vi resta accanto, consentendovi di effettuare, in forma gratuita, un controllo della funzionalità tiroidea, con il dosaggio dell’ormone del TSH. L’iniziativa è rivolta a tutti, in particolare alle persone con familiarità per patologie tiroidee e a quelle che accusano sintomi legati all’ipertiroidismo, quali tachicardia, nervosismo, insonnia o un ingrossamento della ghiandola tiroidea.
Dopo l’iniziativa del tampone solidale dello scorso anno, restando in quella che è la nostra mission ovvero divulgare la cultura della prevenzione, vogliamo omaggiarvi dell’esame del TSH, per il controllo della funzionalità tiroidea attraverso il dosaggio dell’ormone. Aderire all’iniziativa completamente gratuita è semplice, basta recarsi in una delle nostre sedi dalle ore 7:00 alle ore 11:30, dal lunedì al sabato e sarà valida dal 20 al 31 dicembre 2021. Ricordandovi sempre che #lalineagiustèprevenire, auguriamo un sereno Natale circondati sempre dal calore delle persone che ci stanno a cuore.
La tiroide, una piccola ghiandola endocrina situata alla base del collo che secerne gli ormoni tiroidei FT3 e FT4, preziosa per la regolazione di numerose funzioni del metabolismo, tra cui lo sviluppo del sistema nervoso, l’accrescimento corporeo e l’attività cardiovascolare. Si stima che in Italia più di 6 milioni di persone siano affette da problemi legati alla ghiandola tiroidea, dei quali il 15 per cento anziani. Soggetti particolarmente a rischio sono anche le donne, tra i 30 e i 50 anni,
Per poter funzionare correttamente, la tiroide necessita di un adeguato apporto nutrizionale giornaliero di iodio, pertanto la causa più frequente di patologia tiroidea risulta essere proprio la carenza alimentare di iodio. La ghiandola tiroidea può essere interessata da diverse malattie dette tireopatie, come l’ipertiroidismo, che si verifica quando la ghiandola produce una quantità eccessiva di ormoni, l’ipotiroidismo, una condizione in cui la produzione di ormoni è insufficiente, ma anche noduli e neoplasie. Nelle fasi iniziali, l’unico sintomo evidente di una patologia legata alla tiroide è legato al suo ingrossamento, probabilmente in seguito a una riduzione di ormoni tiroidei e quindi a un’aumentata stimolazione tireotropinica.
Nelle fasi successive, si possono formare anche dei noduli che, nel 95% dei casi, si rivelano di natura benigna. I sintomi e i segni legati alle tireopatie sono spesso leggeri e insidiosi, possono essere colpiti vari sistemi d’organo; un’ eccessiva produzione di ormoni tiroidei porta a sintomi come irrequietezza, nervosismo, irritabilità, aumento della sudorazione, ansia, difficoltà a dormire, pelle, capelli e unghie fragili, debolezza muscolare, perdita di peso. Una produzione insufficiente di ormoni tiroidei porta a sintomi quali: fatica, maggiore sensibilità al freddo, problemi di memoria, depressione, aumento di peso, debolezza.
La valutazione della funzionalità tiroidea si avvale di una serie di test che possono essere richiesti al fine di diagnosticare anche eventuali disordini tiroidee, ruolo fondamentale nello screening delle tireopatie è ricoperto dal dosaggio del TSH, ormone ipofisario regolante la funzionalità tiroidea.
I livelli di TSH infatti risentono sensibilmente di alterazioni di tale funzionalità rispondendo con attività compensatorie. Un’insufficiente attività tiroidea stimola la ghiandola ipofisaria ad aumentare i livelli di TSH con l’obiettivo di incrementare ulteriormente la produzione degli ormoni tiroidei. Viceversa una tiroide iperfunzionante determina un abbassamento dei livelli di TSH con conseguente riduzione della sua attività stimolatoria dell’attività della ghiandola tiroidea. Ne consegue come già solo il dosaggio del TSH rappresenta una spia di alterazione della funzionalità tiroidea.
A tale scopo il Centro Analisi Biochimica, al fine di sensibilizzare la popolazione alla prevenzione delle disfunzioni tiroidee, omaggia tutte le persone di un controllo gratuito della funzionalità tiroidea con dosaggio dell’ormone TSH.
“Voler bene” alla propria tiroide, significa prevenire e diagnosticare precocemente le malattie che la colpiscono ripristinando il benessere della persona.
#LaLineaGiustaèPrevenire
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Se sei impossibilitato a recarti nella nostra sede di Padula per qualsiasi motivo, anche a causa del problema di viabilità dovuto alla chiusura del ponte che collega Sassano con Padula, ricordiamo che è disponibile esclusivamente per te il servizio di prelievo a domicilio!!!
Uno staff infermieristico si recherà personalmente, in totale sicurezza, a casa tua per effettuare il prelievo in maniera del tutto gratuita. Sarà possibile aderire alle nostre campagne di screening, effettuare esami specifici (es. genetica ecc.) oltre ad effettuare i classici esami di routine con e senza ricetta medica.
Entro le 24h (ad esclusione per esami di genetica e specifici), il referto si potrà scaricare comodamente da casa, andando sul nostro sito www.centroanalisibiochimica.it nell’area REFERTI ON LINE.
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L’anemia è una condizione caratterizzata dalla riduzione patologica dei livelli di emoglobina (Hb) al di sotto dei livelli di normalità (Hb < 13 g/L nel maschio e 12 g/L nella femmina).
L’emoglobina è una proteina contenuta nei globuli rossi che, legandosi all’ossigeno, conferisce agli stessi globuli rossi la capacità di trasportare questo elemento ai tessuti. Ne consegue che un’alterazione a suo carico determna una ridotta capacità del sangue di trasportare ossigeno nella giusta quantità necessaria a tutti i tessuti per svolgere normalmente le loro funzioni.
Le cause che provocano l’anemia sono diverse, e molti sono i fattori specifici che tendono a predisporre a questa condizione:
- alterazione a carico dello stato del ferro dell’organismo: il ferro è un componente essenziale dell’emoglobina ed una sua ridotta disponibilità può essere associata nel tempo all’insorgenza dell’anemia. Nello specifico tale condizione può dipendere da un insufficiente apporto nutrizionale, da un alterato assorbimento di tale elemento, o da specifiche condizioni che rendono non disponibile il ferro anche se presente nell’organismo;
- carenza nutrizionale di vitamina B12 e/o acido folico;
- condizioni genetiche che predispongono ad alterazioni qualitative e quantitative dei costituenti dell’emoglobina;
- condizioni che determinano perdita, ridotta produzione od eccessiva distruzione dei globuli rossi.
Sono tantissime le persone che soffrono di anemia in Italia e nel mondo, ma nonostante le stime alte non sempre questa condizione viene diagnosticata. I primi sintomi da considerare sono: la sensazione di stanchezza, un eccessivo affaticamento per sforzi lievi, il pallore della pelle, mani e piedi freddi, unghie e capelli deboli, mal di testa acuti.
Esistono degli esami di laborotorio in grado di rilevare precoci alterazioni predisponenti all’anemia, da qui ne consegue l’importanza del monitoraggio di tali parametri per garantire un intervento tempestivo al fine di evitare che tale condizione clinica si manifesti.
In quest’ottica il Centro Analisi Biochimica propone due check up di diverso livello di approfondimento:
- CHECK UP ANEMIA BASE (Emocromo, Sideremia, Ferritina, Transferrina, Vitamina B12, Acido Folico)
- CHECK UP ANEMIA PLUS (Emocromo, Sideremia, Ferritina, Transferrina, Vitamina B12, Acido Folico, Elettroforesi dell’emoglobina, TIBC, Reticolociti)
E’ possibile aderire a tale iniziativa promossa dal Centro Analisi, recandosi nelle sedi di Padula ed Atena Lucana tutti i giorni dal lunedi al sabato dalle ore 7:00 per sottoponendosi ad un semplice prelievo di sangue.
Puoi anche telefonare allo 0975 74208 dal lunedì al sabato dalle ore 9:00 alle ore 13:00 e dal lunedì al venerdì dalle ore 16:00 alle ore 18:00 o più semplicemente inviarci un messaggio WhatsApp cliccando sul pulsante di seguito.
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IL COVID 19 colpisce più aree del nostro corpo, dando origine a patologie polmonari, cardiologiche, renali, epatiche e muscolari.
Nei nostri laboratori di Padula, Atena Lucana e Battipaglia è possibile effettuare, oltre agli altri esami per il contenimento della diffusione del virus, anche un – a tariffa agevolata, con refertazione rapida.
E’ ben noto che questo virus colpisce più aree del nostro corpo dando origine a patologie a livello polmonare, a livello cardiologico, a livello renale, a livello epatico e a livello muscolare.
Si è visto che, a distanza di tempo, in alcuni pazienti permangono sintomi di varia natura, più o meno gravi. Questa condizione è nota come sindrome post- covid, o long covid.
Nello specifico, il check-up post-covid, attraverso prelievo di sangue, va a valutare:
- LIVELLO DI IMMUNITA’ rispetto all’infezione da Sars-Cov2: presenza anticorpi neutralizzanti anti-IgG.
- FUNZIONALITA’ EMOPOIETICA: Emocromo con formula.
- INDICE INFIAMMATORIO: pcr (proteina C Reattiva).
- FUNZIONALITA’ RENALE: creatinina, eGfr (azotemia, sodio e potassio)
- COAGULAZIONE: PT, PTT e D-dimero.
- METABOLISMO VITAMINICO: D.
- FUNZIONALITA’ CARDIACA: LDH, CKMB, Omocisteina.
I risultati saranno disponibili in tempi brevi.
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